Brescia – visite guidate

Museo di Santa Giulia

Un museo che racconta la storia di un’intera città, ma dove a parlare non sono solo i reperti e le opere esposte, bensì le mura storiche di un edificio secolare, il monastero benedettino di Santa Giulia.
Fondato dall’ultimo re longobardo Desiderio nel 753 d.C. il monastero è sopravvissuto fino ai giorni nostri fornendo uno spaccato della storia bresciana attraverso i secoli.
Imperdibile la sezione romana con le Domus dell’Ortaglia, preziosa testimonianza dell’antico abitato cittadino scoperta nel secolo scorso entro i confini del complesso monastico.
Visiteremo poi la chiesa longobarda di San Salvatore, oggi inglobata nel percorso museale insieme al cinquecentesco coro delle monache.
In ultimo Santa Maria in Solario, un tempo scrigno del tesoro della badessa, oggi ne conserva solo pochi frammenti tra i quali spicca la Croce di Desiderio, sfavillante esempio di oreficeria carolingia.

Parco Archeologico di Brixia

C’era una volta… una colonna. Sì, proprio dall’unica colonna che ancora svetta integra sulla sinistra del podio, nel 1823 partirono gli scavi archeologici e la riscoperta del tempio Capitolino di Brescia.
Da qui inizia anche la visita guidata al centro pulsante di Brixia romana, la piazza del Foro con i suoi edifici: visiteremo i resti del teatro, della basilica, delle botteghe e dei templi.
Conosceremo il tempio innalzato dall’imperatore Vespasiano nel I secolo d.C., dove tra qualche mese ritornerà la Vittoria Alata, e scenderemo nell’unica cella visitabile del preesistente santuario di età repubblicana, un ambiente protetto che conserva ancora parte dell’incredibile decorazione vecchia di duemila anni.
Proprio nel santuario, il ritrovamento di una rara fornace longobarda ha portato all’inserimento dell’area nel sito seriale Unesco “I Longobardi in Italia, i luoghi del potere”.   

Pinacoteca Tosio Martinengo

Due nomi, due nobili bresciani accomunati dall’amore per l’arte: sono loro all’origine della Pinacoteca e delle sue raccolte.
Un’istituzione che, dopo nove anni di chiusura riapre al pubblico nel 2018, completamente rinnovata.
Venite a visitare palazzo Martinengo da Barco: vi troverete i frutti del gusto collezionistico del conte Tosio, opere da cavalletto tra le quali spicca il Cristo risorto di Raffaello.
In parallelo potrete compiere un viaggio nella pittura bresciana tra XV e XVIII secolo, tra le grandi pale provenienti in larga parte da istituti religiosi soppressi sul territorio.
La parte del leone la fanno i mostri sacri della prima metà del Cinquecento: Romanino, Moretto e Savoldo.
Sono loro i maestri del naturalismo lombardo, esponenti di quella “pittura di realtà” che a partire dagli studi di Roberto Longhi si smarca dal magistero di Venezia guadagnando autonomia, riconoscendosi in quella cultura figurativa che nutrì la formazione del giovane Caravaggio.